Nella tradizione induista esistono sette sfere di coscienza, che qualcuno definisce mondi. Come molti di voi sapranno vengono definiti chakra, che in sanscrito vuol dire ruota, e su di essi sono stati scritti molti libri. In realtà non tutto ciò che avete letto corrisponde alla tradizione indiana, perché negli anni molti autori occidentali hanno dato interpretazioni proprie.
Avrete letto che i chakra sono i centri energetici del corpo umano, che bisogna sbloccarli per far fluire l’energia vitale, il prana. Ebbene, tenendo in considerazione il testo fondamentale che per primo nel tredicesimo secolo definì i chakra come vengono considerati nella tradizione yogica più pura, il Sat Chakra Nirupana (testo fondamentale del shivaismo tantrico kashmiro), le cose non stanno esattamente così.
Sat Chakra Nirupana significa letteralmente “descrizione dei sei centri (o ruote)”, quindi addirittura ci troveremmo a non averne sette, ma sei. Questo perché il settimo “centro” essendo in contatto con la divinità non viene più considerato un chakra.
Nelle descrizioni dei vari chakra che si trovano nel trattato troviamo sia singole divinità femminili (Shakti) e sia quelle maschili (Shaktiman), che rappresentano la potenza agente e il possessore della stessa (tema che sarebbe molto vasto), che vengono raffigurate con varie teste e braccia, dove ognuna tiene in mano oggetti che a loro volta hanno nella tradizione induista un significato preciso.
Troviamo, per ogni chakra, gli animali che sono i veicoli di manifestazione dello stesso nel mondo, simboli vari, colori, il bija mantra (o suono seme), oltre a un numero di petali, di colori diversi a seconda del chakra.
La somma dei petali di tutti i sei chakra corrisponde a 50, il numero delle lettere dell’alfabeto sanscrito. (Il settimo centro viene anche definito “il fiore di loto dai mille petali”.)
Questa breve descrizione la potete trovare anche nel mio libro.
Spesso e volentieri mi è capitato di parlare con persone dei chakra, e vi confesso che è un tema sul quale molti pensano di saperne tanto, mentre è un tema così vasto che è difficile poter dire che sia così.
Io stesso, pur avendo letto molti libri al riguardo, e avendo frequentato una scuola Hatha Yoga d’indirizzo tantrico, devo dire che le convinzioni che abbiamo secondo me andrebbero riviste.
Da un lato un testo come il Sat Chakra Nirupana, del quale potete trovare in italiano un’ottima dissertazione ne “Il potere del serpente” di Arthur Avalon, dove troverete pure una traduzione del testo stesso, descrive dei mondi, delle sfere di coscienza che in molti insegnamenti sono considerati dei simboli, dei passaggi da superare per liberare la forza creatrice, definita anche Kundalini, dall’altro abbiamo un mare di libri che spiegano come liberare queste energie attraverso esercizi e posizioni.
Esistono innumerevoli sistema diversi di chakra. C’è chi dice che siano 5, chi 12, chi 28.
Se questo sistema però è reale come affermano alcuni veggenti che dicono di vedere questi vortici d’energia, perché non sempre corrispondono? Perché c’è chi dice altro?
Nelle descrizioni del testo in ogni mano le divinità tengono oggetti che sono necessari secondo il Sat Chakra Nirupana, ma non vengono descritti in profondità. Questo semplicemente perché l’insegnamento reale che veniva dato dai maestri di un tempo era occulto, e quindi certe spiegazioni ed esperienze potevano essere passate solamente a chi era pronto a superarle.
Dello Yoga poi esistono molte forme, addirittura alcune che sono in conflitto, a livello filosofico, tra di loro.
C’è chi considera l’Hatha Yoga parte del Raja Yoga, chi invece lo considera la “vera via dello Yoga”, ma mentre nell’Hatha Yoga la realizzazione del sé si realizza solamente nel corpo, secondo il Raja Yoga (del quale forse conoscerete i Yogasutra di Patanjali) il corpo deve essere trasceso, essendo visto come un limite.
Le due forme conosciute di Kundalini Yoga sono diverse.
C’è quello di Yogi Bhajan, e poi c’è quello del shivaismo tantrico kashmiro.
C’è il Kriya Yoga di Paramahansa Yogananda, ma c’è anche quello di Satyananda Saraswati.
Esiste il Karma Yoga, il Bhakti Yoga, lo Jnana Yoga, l’Ashtanga Yoga, senza dimenticare l’approccio dello Yoga integrale di Sri Aurobindo e potrei continuare…Addirittura esistono sul web molti articoli che vi guidano a scegliere la forma di Yoga più adatta a voi.
Yoga in sanscrito vuol dire letteralmente “unione”, e l’unione che il praticante dovrebbe cercare è quella con Dio.
Cosa c’entra tutto questo con i chakra?
Avete già mille libri da leggere sul come dovreste risvegliare le energie sopite nel “serpente alla base del Muladhara”(il primo chakra). La mia intenzione è quella di farvi fare uno step in un’altra direzione.
Quando volete conoscere un tema non fermatevi al primo che afferma di conoscerlo veramente, ma nemmeno al secondo o al terzo… Questo ovviamente vale anche per quello che io vi scrivo.
Negli anni ho studiato innumerevoli strade spirituali, e pure in cammini che dovrebbero essere simili ho trovato, e troverete, delle differenze enormi sui significati e sulle attribuzioni dello stesso simbolo.
Le risposte sono molteplici e non sono definitive.
Avrei potuto scrivere fiumi di parole sul come attivare i chakra e secondo quale tradizione. A me interessa invece che voi troviate le vostre risposte alle vostre domande, che non vi fermiate a ciò che io o chiunque altro scrive.
I chakra sono dei simboli, non sono la verità. E funzionano.
Se ci credete.
Così come se credete nella potenza del rosario, delle tecniche sciamaniche o di quelle cabalistiche.
C’è però una forza che trascende tutte le tradizioni, e che nessun essere umano potrà mai spiegare in maniera compiuta.
Un essere umano “finito” non potrà mai descrivere, o comprendere compiutamente l’infinito essere che chiamiamo “Dio”.
Lavorate sui chakra? Continuate a farlo. Ma ricordatevi che in ogni tradizione popoli diversi hanno trovato altre risposte adatte alla loro forma mentis.
Nel mio libro “Sposta le tue montagne” uso i chakra come sistema concettuale già conosciuto, che non è la “Verità”, ma un modo attraverso il quale è stata interpretata.
Secondo i cabalisti nessun essere umano percepisce la realtà per quella che è. Tutte le culture hanno dato delle interpretazioni per cercare di spiegare l’inspiegabile, Dio.
In mezzo a questi tentativi si sono create tradizioni e visioni che hanno avuto il loro impatto sulla nostra realtà di consenso.
I sette chakra esistono nella modalità che riteniamo reale.
Lo stesso Charles Webster Leadbeater, membro della Società Teosofica fondata da Helena Petròvna Blavatsky e considerato da alcuni uno dei massimi veggenti del 20° secolo, in un suo libro scrisse che i chakra sono diversi da come li descrivono da secoli gli indiani.
Lui diceva di averli visti. Pare che la maggior parte dei testi occidentali sui chakra si siano ispirati alle sue visioni.
Tra l’altro però era stato anche accusato, secondo varie fonti, di abusi nei confronti di vari ragazzi che erano cresciuti sotto l’egida della Società Teosofica.
Non tutti i cosiddetti “maestri spirituali” sono brave persone.