Spiritualità e religione

Qualche tempo addietro ho trovato su facebook, in un gruppo al quale sono iscritto, un post che utilizzerò come spunto per questo articolo. Il gruppo è uno di quelli dedicati alla spiritualità e alla crescita personale.

In questi gruppi può capitare che ci siano dei post che possono essere motivo di discussione e questo indubbiamente lo è stato. La persona che lo aveva scritto aveva messo un’immagine, che qui non pubblicherò, divisa in due parti:

-nella parte superiore c’era la scritta “involuzione” e varie figure di una persona, come quella classica che vediamo per l’evoluzione darwiniana, che prima è in piedi con le mani giunte, e poi si vede in ginocchio in preghiera, fino all’ultima figura dove si vede la persona prostrata.

-nella parte inferiore si legge “evoluzione” dove vediamo dalla scimmia l’evoluzione fino all’uomo che è in piedi, mentre l’ultima figura sulla destra scaraventa in un bidone i simboli della croce, della mezzaluna e della stella di David.

Potete immaginare come possa avere reagito qualcuno, con un certo stupore dell’autore del post, tra l’altro.

Perché scrivo di questo?

Negli anni mi sono reso conto che a volte chi si trova su un percorso di crescita personale e spirituale considera le persone che si trovano all’interno delle varie religioni con un certo senso di supponenza. Ovviamente non vale per tutti, ma alcuni solo perché “ricercatori spirituali” pensano di essere meglio di cristiani, ebrei e musulmani, per esempio.

Queste persone ritengono che il fatto stesso di essere all’interno di una religione porti le persone a essere “involute”, che solamente su un percorso di crescita personale si possa essere “evoluti”, quindi da questo punto di vista “migliori”.

Dopo oltre venticinque anni di, chiamiamolo così, “percorso spirituale” posso asserire tranquillamente che ci sono persone straordinarie, ed evolute, in ogni religione. Ugualmente posso affermare che anche tra coloro che si dichiarano spirituali ci sono persone meno evolute.

Con questo non dico che chi è all’interno di una religione sia migliore, anzi.

Questo non toglie il fatto che pensare che chi è religioso sia “involuto”, e chi “getta le religioni nella spazzatura”, come l’omino dell’immagine, sia “evoluto”, dimostra secondo me una certa superbia da parte di chi afferma questo punto di vista.

Non tutte le persone religiose ovviamente sono spirituali, perché può capitare che ci siano persone che magari vanno a messa, per esempio, tutte le domeniche, che facciano i sacramenti, ma che poi si comportino in maniera assolutamente contraria ai principi della religione che dicono e a volte credono di professare. Di contro ci possono poi essere persone che si dedicano alla spiritualità, fanno meditazione, ma che poi nella vita di tutti i giorni si comportano come le persone che criticano perché religiose.

In questa sede cito il ricordo di un libro nel quale si raccontava che un maestro spirituale indiano, disturbato nella sua meditazione da alcuni bambini che giocavano, li picchiò ferocemente con un bastone. Insomma un tipo distaccato e molto rilassato… 😉

Torniamo al titolo “Spiritualità e religione”.

La spiritualità ha bisogno della religione? Secondo me no, perché citando il Vangelo “lo spirito soffia dove vuole”, e quindi ci sono persone al di fuori della religione che sono assolutamente straordinarie.

La religione ha bisogno della spiritualità? Secondo me sì, perché solamente con la giusta disposizione e apertura allo spirito la religione può essere pura.

La religione è spirituale? Qui rispondo che dipende.

Nel senso che farei una distinzione tra istituzioni religiose e persone che ne fanno parte.

Ritengo che le religioni siano un tentativo dell’uomo di spiegare l’inspiegabile, Dio, ma così lo sono anche tutte le espressioni di tipo spirituale che possiamo trovare nel mondo. Secondo me l’esperienza spirituale è prettamente personale, ma può anche essere comunitaria, a secondo della forza delle relazioni che si creano all’interno della comunità stessa.

Negli anni ho conosciuto persone straordinarie che erano: cristiane, musulmane, ebree, buddiste, induiste, razionaliste, atee o su qualche percorso spirituale più personale. Negli stessi contesti ne ho conosciute di molto meno belle.

La stessa etimologia della parola “religione” ancora è dibattuta.

Deriverebbe dalla parola “religio” alla quale per esempio Cicerone (106 a.C.-43 a.C.) dava il senso di ciò che riguarda il culto degli dei, “da relegere, come elegante deriva da eligere (scegliere)”, quindi anche riguardante una scelta personale, mentre  Lattanzio (250-327), che fu ripreso anche da Agostino d’Ippona (354-430), correggendo Cicerone, sostiene: «Con questo vincolo di pietà siamo stretti e legati (religati) a Dio: da ciò prese nome religio, e non secondo l’interpretazione di Cicerone, da relegendo.»

La parola “spiritualità” deriva dal latino spiritualis che deriva da spiritus ossia “spirito“, e anche su questo potremmo scrivere a lungo, sul senso cioè che questo termine rappresenta nelle varie culture e nelle varie religioni, nelle varie filosofie o nelle varie culture.

La spiritualità è un aspetto dell’esistenza che ritengo fondamentale vivere appieno nella propria quotidianità.

Dio però non è di proprietà di nessuna religione, così come non lo è di nessun percorso spirituale.

Cosa significhi poi per diverse persone la parola “Dio” è un tema che affronterò in un altro post. 😉

Libertà di pensiero

Con l’uscita inaspettata del Vaticano sul ddl Zan la polemica si è inasprita. Ma cosa dice veramente la nuova legge?

In questo ultimo periodo in Italia si discute ampiamente sul nuovo disegno di legge contro l’omofobia che secondo alcune parti della società metterebbe in discussione la stessa libertà di pensiero citata nella nostra costituzione. Credo che sia fondamentale notare però che poche persone che parlano del ddl Zan conoscono veramente il testo che è stato presentato in parlamento.

Quello completo lo trovate qui, ma ne estrapolo alcuni passaggi per far capire cosa intendo.

Vi metto direttamente l’articolo 4:

Art. 4.
(Pluralismo delle idee e libertà delle scelte)

  1. Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­mento di atti discriminatori o violenti.

Quindi potete non essere d’accordo con un’eventuale unione civile di coppie omosessuali, perché rientra nella vostra libertà di opinione. Potete discuterne tranquillamente fino a quando questo non porta ad atti “discriminatori o violenti”.

Dunque qual è il reale motivo per il quale allora il Vaticano ha espresso un’opinione così chiara in maniera inequivocabile?

Esistono al momento teorie secondo le quali la cosa sarebbe uno sgambetto della curia nei confronti di Papa Francesco. Questa voce sarebbe stata smentita dall’Osservatore Romano, organo ufficiale del Vaticano, ma molti dubitano di questa versione per una serie di motivi. Non ultimo lo scontro frontale in atto su diversi aspetti del pontificato bergogliano, che non piace minimamente al mondo più conservatore.

Il fatto che una nota così clamorosa, pur avendo una forma definita “non verbale”, termine tecnico della diplomazia, sia stata comunque consegnata dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato del Vaticano, una sorta di ministro degli esteri, ha a ogni modo ovviamente suscitato scalpore. Anche perché di fatto si tratta dell’ingerenza di uno stato straniero (tale è il Vaticano) nella legislazione di un altro stato, l’Italia.

Si legge, nella nota del Vaticano che l’articolo 2 del Concordato tra lo Stato e il Vaticano, e in particolare il comma 1 che assicura alla Chiesa “libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale”; e il comma 2 che garantisce “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” sarebbe a rischio.

Oltre al fatto che ritengo fondamentale la laicità dello stato, che si occupa anche di persone che cattoliche non sono, personalmente faccio fatica a vedere questo rischio.

Da un lato si lamenta il fatto che venendo secondo la nuova legge istituita, nell’articolo 7, una Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la tran­sfobia, le scuole cattoliche si vedrebbero costrette a dover organizzare eventi contrari alla “visione cattolica”.

Nonostante nel testo si scriva che viene creata “al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contra­stare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità so­ciale sanciti dalla Costituzione” (queste sono le parole della legge).

La considerazione che un qualsiasi laico cattolico dovrebbe secondo me fare leggendo la legge, è quello di essere consapevoli che non esiste in nessun modo una negazione del principio dell’utilizzo della propria libertà di pensiero. Qui si tratta semplicemente di contrastare la discriminazione.

Se poi questa discriminazione viene considerata giusta da parte di una fetta dei fedeli cattolici, allora qui ci troviamo di fronte a una forma di intolleranza che è anticristiana di fatto.

L’amore cristiano dovrebbe essere per tutti, peccatori di qualsiasi genere compresi, secondo quello che è l’insegnamento del Cristo.

Nella modifica proposta dal ddl Zan dell’articolo 604 del Codice Penale (che vedete in comparazione qui), che è contro le discriminazioni di carattere razziale e religioso, vengono semplicemente aggiunte queste parole: « oppure fondati sul sesso, sul genere, sul­ l’orientamento sessuale, sull’identità di ge­nere o sulla disabilità ».

Solamente se la stessa Chiesa Cattolica si considera, o considera parte dei propri movimenti, aventi come scopo l’incitamento alla discriminazione allora, per quanto mi riguarda, questa nota assume un senso.

E lo scrivo da cattolico. Che a livello etimologico significa letteralmente “universale”.

Da cattolico che ha amici gay, lesbiche, mussulmani, ebrei, e di ogni estrazione sociale, movimento religioso e/o orientamento politico.

Quando vennero fatte le ultime modifiche all’articolo citato del Codice Penale molti razzisti ebbero da ridire al riguardo. Perché dicevano che non potevano più esprimere la loro opinione. Se per partito preso uno discrimina per qualsiasi motivo un’altra persona, per quanto mi riguarda questa non è un’opinione, ma un pregiudizio.

Una religione basata sull’Amore, come il cristianesimo, dovrebbe includere nel suo amore tutti, e non solo coloro che rientrano in una ristretta cerchia di privilegiati a causa di una visione religiosa. Certo, esistono passaggi nei quali la Bibbia in San Paolo e attraverso Mosé si scaglia contro gli omosessuali. Allora com’è possibile che la Chiesa Luterana Norvegese permetta alle coppie omosessuali d’unirsi in Chiesa dal 2016?

Eppure il testo sacro rimane lo stesso. Interpretato in modo diverso.

Esistono Chiese Cristiane che celebrano il matrimonio in Chiesa di coppie omosessuali.

Giusto? Sbagliato? Possiamo discuterne dal punto di vista della libertà di pensiero. Ciò non toglie che ogni essere umano ha il diritto di essere rispettato per quello che è.

Possiamo poi discutere se vi piace o meno il Gay Pride (che molti gay non amano), se ritenete giusto o meno che membri del mondo LGBT possano crescere bambini, e mille altri aspetti che ruotano intorno a questi temi che non approfondiamo in questo articolo.

V’invito però a leggere il testo del ddl Zan prima di dire che lede la libertà di pensiero di qualcuno. Oltre alla libertà di pensiero però dobbiamo ricordarci della libertà, che hanno le persone che vengono spesso rese oggetto di scherno e di violenza, di vivere senza dover temere per la propria incolumità.

Essere cristiani non vuol dire solamente andare a messa la domenica e fare i sacramenti. Significa soprattutto vedere il volto di Cristo in ogni essere umano, uomo, donna o trans che sia.

Ricordo un passaggio del Vangelo secondo Giovanni che dovremmo sempre tutti tenere presente ogni volta che chiunque di noi esprime un giudizio su qualcuno: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra.”

La misericordia dovrebbe sovrastare qualsiasi idea umana di punizione o di discriminazione. Per questo ho scelto l’immagine che trovate all’inizio del post.