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Aspettative messianiche

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  • Commenti dell'articolo:8 commenti

La guerra tra Israele e Iran, che in queste settimane è esplosa con una violenza annunciata da anni, non è soltanto un conflitto geopolitico.

C’è un altro livello, invisibile ai radar della diplomazia e della strategia militare, che ha a che fare con le aspettative messianiche. Un livello che, se trascurato, rende difficile comprendere a fondo la natura di certe decisioni politiche e il modo in cui intere popolazioni vengono coinvolte – emotivamente e spiritualmente – in ciò che viene vissuto da più persone come uno scontro epocale tra forze del bene e del male.

Non è un segreto che Benjamin Netanyahu, storico leader della destra israeliana, sia legato da tempo ad ambienti religiosi ortodossi che vedono nel suo ruolo politico un veicolo per l’avvento del Messia. Circola da anni una dichiarazione attribuita al celebre Rebbe Menachem Mendel Schneerson (che vedete nell’immagine in evidenza e da alcuni addirittura considerato il Messia), figura carismatica del movimento chassidico Chabad-Lubavitch, secondo cui Netanyahu sarebbe stato “l’ultimo primo ministro prima della venuta del Mashiach” (il Messia). Frase detta in un incontro privato e mai ufficialmente confermata, ma che ha continuato a circolare come una profezia viva tra una parte dei suoi sostenitori più religiosi.

Lungi dall’essere folklore, questa visione ha implicazioni concrete. Per una parte dell’establishment religioso israeliano – e anche per alcuni leader evangelici statunitensi – l’avvento del Messia sarà preceduto da una grande crisi, da uno scontro globale in cui Israele avrà un ruolo centrale. Alcuni pensano che debba esserci una guerra per accelerare l’avvento di una nuova era.

È lo stesso messianismo attivo e operativo che ha spinto molti cristiani evangelici a sostenere politiche radicali in Medio Oriente, come lo spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme sotto l’amministrazione Trump, interpretato da alcuni come un “passo profetico”.

Quando leader politici e religiosi iniziano a confondere il desiderio con la profezia, quando interpretano eventi tragici come conferme delle proprie aspettative spirituali, il rischio è che si smetta di lavorare per la pace in nome di un fine più alto, non verificabile e non negoziabile. Il fanatismo può così camuffarsi da fede, l’orgoglio da obbedienza al divino, e le scelte strategiche diventare atti liturgici, in cui la diplomazia si dissolve nel culto del destino.

Non tutti gli ebrei condividono queste visioni. Non tutti i cristiani evangelici le promuovono. Ma sono voci potenti, presenti e influenti, che giocano un ruolo – spesso non dichiarato – nella costruzione del consenso e nella giustificazione di scelte estreme.

Come quelle di coloro che da anni lavorano al progetto riguardante la costruzione del terzo tempio a Gerusalemme, che avvicinerebbe secondo le loro convinzioni, l’avvento del Messia. Il tempio però dovrebbe essere costruito dove ora si trova la moschea di Al-Aqsa, terzo luogo più sacro dell’Islam, che dovrebbe per questo essere distrutta.

Per alcuni membri del governo israeliano attuale, tra gli altri i ministri già citati in altri articoli Itamar Ben Gvir e Bezalel Smodritch, l’obiettivo è “Eretz Ysrael”, la grande Israele, che deve comprendere le terre da Dio promesse nella Bibbia, la cui conquista porterà secondo una parte di loro all’avvento del tanto atteso messia.

Le aspettative messianiche ed escatologiche di politici del mondo ebraico e cristiano stanno marchiando a fuoco un periodo storico con la speranza di arrivare a quello che qualcuno definisce la fine dei tempi.

In un periodo nel quale si discute di multiverso, delle realtà parallele e della moltiplicazione dei futuri possibili, bisogna però ricordare che le profezie, di qualsiasi estrazione religiosa, non sono né vere né false in senso assoluto.

Sono narrazioni potenziali, che diventano tanto più reali quanto più le persone ci credono e agiscono di conseguenza. Per questo vale la pena osservarle con attenzione, con spirito critico, per comprendere quanto possano modellare il mondo – nel bene e nel male – prima ancora che si realizzino.

Questo articolo ha 8 commenti

  1. Michele Russo

    A parte gli alibi religiosi che ritengo assolutamente non credibili credo che ad Israele sia stato delegato da tutto l’Occidente il lavoro sporco, attraverso le armi che il macellaio ama tanto, per sistemare geopoliticamente tutta la regione.

    1. Marco Lazzara

      Io qui non scrivo di “alibi religiosi”, ma di come certi politici siano influenzato da profezie messianiche. Basta fare qualche ricerca al riguardo.
      Non ho scritto un articolo del genere per dare una forma di “giustificazione messianica” a Israele, ma sottolineo quello che chi segue la situazione in Israele conosce.
      Conosco un po’ gli ambienti cabalistici e ti assicuro che una parte di credenti ebrei sono convinti che anche il massacro del popolo palestinese sia giustificato dalle sacre scritture.
      Sottolineo che si tratta di una parte di loro.
      Questo perché i palestinesi rappresenterebbero “Amalek”, considerato il nemico per antonomasia del popolo ebraico.
      La mia è una riflessione su come una parte di politici sia influenzata da questa visione profetica.
      Può sembrare non credibile, ma purtroppo sono fatti e non opinioni.
      Un caro saluto.

  2. Dario Mario

    Hai dimenticato che anche gli sciti aspettano il loro messia mai morto detto Mahdi, credo discendente di Alì. Quando tutti i messia saranno tornati ci sarà la fine del mondo, almeno così pare. Sono d’accordo con Michele e penso che anche gli arabi sunniti, oltre a Europa e USA, abbiano delegato a Israele il cambio di regime in Iran, a un prezzo come al solito molto alto.

    1. Marco Lazzara

      Volutamente non ho incluso aspetti riguardanti le attese escatologiche da parte di ambienti islamici. In una versione precedente a quella pubblicata c’erano anche alcuni passaggi al riguardo.
      Avevo pensato di scriverci qualcosa in futuro.
      Il Mahdi a ogni modo è presente, anche se in maniera differente, anche nella tradizione sunnita.
      Che ci sia nel mondo islamico chi desidera “la fine dei tempi”, e quindi il ritorno di Gesù, e non di Maometto, come giudice finale, è fuori di dubbio.
      Per quanto riguarda la delega della quale entrambi scrivete ritengo che il governo d’Israele abbia agito senza aspettare la delega di nessuno, semplicemente aspettandosi di non venire condannato per l’attacco all’Iran.
      Sono note le trattative fatte dagli Stati Uniti con Iran e paesi arabi senza accordo al riguardo con il governo Netanyahu, e che hanno acceso l’ira delle frange più a destra.
      Gli articoli dovrebbero essere molto più lunghi per includere più informazioni, ma per quanto mi riguarda dovrebbero essere degli spunti di riflessione.
      Grazie del tuo contributo.
      Un caro saluto.

  3. monica

    Ciao Marco, articolo interessante e un po’ inquietante. Neppure io sottovaluto la spinta fideistica messianica di certi ambienti che è molto forte e importante anche in America anche se prima di leggere il tuo articolo l’ho relegata in qualche angolo della mente tanto mi sembra assurda. Qualche mese fa sul sito della Casa Bianca (the white Hause) ho letto che Trump ha fondato una nuova agenzia per la difesa della fede cristiana ed è seguace della fondatrice di una di queste sette evangeliche. Questa signora (che se la vedi per strada sembra una signora carina, colta ed elegante) durante la scorsa Pasqua ha affermato (sempre dal sito della Casa Bianca) che se Trump è ai vertici è perché così vuole Dio e quindi sostenerlo è seguire il volere di Dio. Cose che a noi sembrano vaneggiamenti folli in America hanno un seguito pazzesco. In Israele esistono frange estremiste simili anche se non ho idea di quanto siano seguite e diffuse. Ripenso al nazismo, mi sembra che anche in quegli ambienti ci fosse una forte componente mistico-spiritualista che probabilmente cementava le alleanze e giustificava le peggiori nefandezze in vista di un obiettivo più “alto”. Tutto questo è alquanto inquietante non tanto perché le masse “ci credono” (se lo dici a un italiano ti ride in faccia) ma perché parte di chi occupa aree di potere è “invasato”. Da un lato mi sembra assurdo che oggi serpeggino ancora questi pericolosi misticismi dall’altro mi chiedo: ma da dove cacchio vengono fuori?

    1. Marco Lazzara

      Ciao Monica.
      Ti devo spoilerare che ho già scritto un post intitolato “La predicatrice di Trump”, che parla proprio di Paula White. 😉
      (Ho già pronti una serie di articoli. Alcuni però vengono superati dagli avvenimenti che accadono…😅)
      Molte di queste cose sono inquietanti, sicuramente, ma ritengo che debbano essere conosciute.
      Ovviamente avrei potuto approfondire anche in questo post gli aspetti escatologici islamici, oppure avrei potuto mettere alte informazioni al riguardo , ma rischiavo di appesantire ulteriormente il tutto…
      Per quanto riguarda il nazismo la componente magico-esoterica era molto importante. Ho letto varie cose al riguardo, dai riti iniziatici delle SS al castello Wewelsburg, dall’Ahnenerbe alla Thule..Capelli dritti.
      Magari avremo modo di riparlarne. Anche qui sul mio blog. 😉
      Grazie per i tuoi interventi.

  4. Ornella

    Ciao Marco,
    è un tema interessante e anche secondo me molto inquietante.
    Davvero siamo di fronte a una regressione assurda del cosiddetto homo sapiens. Tempi bui e pericolosi ci aspettano, in mano ai tanti ricchi potenti della Terra, amanti della guerra. L’insensatezza di questi fanatismi religiosi denota che non abbiamo imparato nulla. Dove sono finiti l’umanità, il rispetto, la condivisione ?
    Citando Niven nel suo “A volte torno”
    ‘Fate i bravi ‘ dovrebbe essere il primo e unico comandamento . Per tutti.

    1. Marco Lazzara

      Ciao Ornella.
      Purtroppo la situazione non è delle migliori.
      Facciamo i bravi e cerchiamo di dare il nostro contributo per un mondo migliore. 😉
      Grazie per il tuo contributo.
      Un abbraccio forte. 😘

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