In questo post affronterò un tema controverso, che potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno: Il conflitto israelo-palestinese.
A questo tema dedicherò altri articoli, e mi preme iniziare però sottolineando il contenuto della foto che vedete come immagine, che mostra una parte dei miei libri sulla cultura ebraica e sulla Kabbalah, che elencherò alla fine del post.
Perché è importante? Perché a volte, quando non si conosce l’opinione dell’altro e su quali basi sono nate e cresciute si potrebbe non comprenderne il significato reale.
Per questo voglio anche fare una breve disamina sul significato preciso di tre parole usate spesso in maniera errata o in malafede:
Antiebraismo, antisemitismo e antisionismo. Sono tre parole che non hanno lo stesso significato e che non sono equivalenti.
Quante volte oggi sentiamo accusare qualcuno di antisemitismo alla leggera, magari solo per una critica rivolta allo Stato di Israele? Ma sappiamo davvero cosa significa essere antisemiti? E soprattutto: conosciamo la profonda ricchezza spirituale, filosofica e mistica della cultura ebraica?
No, essere critici verso il sionismo non significa affatto essere antisemiti. E questa confusione non solo offende chi ama la cultura ebraica, ma rischia anche di censurare ogni dissenso legittimo.
Cominciamo col chiarire le definizioni.
Antiebraismo è un termine che storicamente si riferisce all’ostilità verso la religione ebraica, radicato spesso in motivazioni religiose cristiane (es. accusa di deicidio). È un fenomeno antico, legato a stereotipi e persecuzioni.
Antisemitismo, invece, è un termine più moderno, nato nel XIX secolo, che definisce l’odio razziale verso gli ebrei come popolo. Ma qui sta il nodo: il termine “semitico” non si riferisce solo agli ebrei. I popoli semiti comprendono anche arabi, etiopi, assiri, e molti altri gruppi dell’area mediorientale che parlano lingue semitiche. Perciò, paradossalmente, chi odia gli arabi è antisemita tanto quanto chi odia gli ebrei. Ma questa accezione è quasi sempre ignorata.
Infine, antisionismo è la posizione critica verso l’ideologia sionista, che è alla base della fondazione dello Stato d’Israele. Rifiutare il sionismo non significa odiare gli ebrei, ma non accettare un progetto politico colonialista e, nei fatti, etnocentrico.
Personalmente, sono innamorato della profondità della mistica ebraica. Libri come lo Zohar, il Sepher Yetzirah, o i testi di Moshe Idel, Georges Lahy e Gershom Scholem , mi hanno aperto un mondo di simboli, meditazioni, alchimie spirituali, che non ha nulla a che vedere con le ideologie nazionaliste o i conflitti politici.
Nel mio percorso ho studiato le origini della Kabbalah, la Kabbalah estatica di Abulafia, la potenza delle lettere ebraiche come strumenti di trasformazione, e molte tematiche a esse annesse.
Il cuore dell’ebraismo mistico è universale, non escludente. Parla all’anima, non al confine.
Il sionismo, al contrario, è un progetto storico-politico nato in Europa nel XIX secolo, e portato avanti come una forma di colonialismo d’insediamento in Palestina. Testi fondativi del sionismo, come quelli di Theodor Herzl, parlano apertamente di “una terra senza popolo per un popolo senza terra” – cancellando di fatto l’esistenza dei palestinesi.
Il risultato? Una lunga storia di pulizia etnica, documentata anche da storici ebrei come Ilan Pappé, e una continua oppressione del popolo palestinese, sfociata oggi in una vera e propria catastrofe umanitaria, anche se dobbiamo riconoscere gli errori commessi nel tempo da parte araba e palestinese, senza ombra di dubbio.
Chi osa però criticare la deriva del governo israeliano, che ha come ministri personaggi come Itamar Ben Gvir e Bezalel Smodritch, che dell’eliminazione dalla terra d’Israele della popolazione palestinese ne fanno una bandiera, viene spesso tacciato di antisemitismo. Anche se è ebreo. Penso per esempio a Norman Finkelstein, figlio di sopravvissuti alla Shoah, autore de “L’industria dell’Olocausto”, che ha denunciato l’abuso politico della memoria della Shoah. O ai movimenti ebraici ortodossi anti-sionisti, come Neturei Karta, che rifiutano lo Stato di Israele in quanto secondo loro in contrasto con la Torah.
In tempi recenti l’orrore si è superato ancora una volta. A Gaza è stata scoperta una fossa comune in cui sono stati ritrovati i corpi dei medici della Mezzaluna Rossa Palestinese, giustiziati dall’IDF (l’esercito israeliano). Tra loro c’erano chirurghi, infermieri, soccorritori. Persone che curavano. Persone che salvavano vite. Uccise, sepolte in silenzio. E chi denuncia questo crimine viene ancora accusato di antisemitismo?
No. Antisemita sarà lei, che strumentalizza una storia millenaria, spirituale e sacra, per giustificare l’ingiustificabile. Chi ama davvero la cultura ebraica sa distinguere tra la luce della Kabbalah e l’oscurità dell’Apartheid.
Questo l’elenco dei libri nell’immagine, e su quel ripiano, a casa mia:
- Genesi – Bereshit-Edizioni Mamash
- I cabbalisti cristiani del Rinascimento – François Secret
- Meditazione e Kabbalah – Aryeh Kaplan
- Eros e Qabbalah – Moshe Idel
- L’esperienza mistica in Abraham Abulafia – Moshe Idel
- Magia della Cabbala (vol. 1 e vol. 2)
- Qabbalah – R. Tresoldi
- Sepher Yetzirah-Georges Lahy
- La voce del corpo-Georges Lahy
- Qabbalah estatica e Tseruf – Georges Lahy
- Kabbalah-Harry Freedman
- Sepher Yetzirah-Sebastiano Fusco
- Zohar-Traduzione e commento di Michael Laitman
- Cabala e trasformazione con le lettere ebraiche-Daniela Abravanel
- La Cabala-Gershom Sholem- Fino a qui quelli si vedono, o intravedono, nella foto.
- Qabbalah – Roberto Tresoldi
- Le origini della Kabbalah – Gershom Scholem
- Introduzione alla Cabala – Nadav Crivelli
- La via regale – Nadav Crivelli
- Il libro dell’angelo Raziel – Sepher Raziel ha-Malach
- I numeri del segreto-Nadav Crivelli
- Raggiungere i mondi superiori-Michael Laitman
- Le matrici della creazione-Luca Gavazzi
- La Kabbalah cristiana-Paolo M. Virio
- Lo Zohar rivelato – Michael Laitman
- La Kabbalah in tempi di crisi – Michael Laitman
- La Kabbalah rivelata-Michael Laitman
- La Kabbalah e il suo simbolismo – Gershom Scholem
- Mistica ebraica-Raccolta di vari testi-Einaudi Editore
- Qabbalah-Moshé Idel
- Il Nome di Dio e la teoria cabalistica del linguaggio-Gershom Sholem
È anche oggi ho letto pillole di riflessione
Grazie Dina.😃
Ciao Marco, grazie per questo articolo scritto in modo chiaro e diretto e per questo assai utile. La storia del conflitto arabo israeliano è complessa ma gli eventi attuali hanno raggiunto picchi di crudeltà troppo inquietanti e dolorosi che non si spiegano con l’autodifesa. Sui termini antisemitismo e antisionismo regna (e forse non casualmente) molta confusione. I tuoi riferimenti alla mistica ebraica sono assai belli e questo articolo mi ha invogliato a saperne di più.
Grazie Monica per il commento.
Il mondo della mistica ebraica é vasto e affascinante. Magari avremo modo di parlarne. 😉
oh sì volentieri!
Homo homini lupus ( Hobbes ). Non serve la religione per laurearsi in macelleria. È umano istinto più o meno ripetuto nei secoli. Non servono neanche disquisizioni intellettuali sui termini. Macellai e basta.
Le “disquisizioni intellettuali” sui termini servono per rimarcare le differenze tra l’accusa allo stato sionista per le sue malefatte e la discriminazione nei confronti di chi pratica una religione.
Faccio questa ulteriore distinzione, scrivendo dei praticanti di una religione, perché esistono ebrei cinesi, etiopi, così come quelli di origine ashkenazita (europea) che non hanno il DNA corrispondente alla popolazione che duemila anni fa abitava in Palestina (provincia dell’impero romano).
Ci sono ebrei di tutto il mondo che stanno lottando contro il genocidio in Gaza. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo.
Quando si indicano i “macellai” bisogna sapere esattamente di chi si parla.
Gli ebrei che sono per la pace sono alleati di chi vuole la libertà del popolo palestinese.